Sphera

Mezza luna sopra i rami è così bella quando è mezza perché se la guardi bene senza proprio guardarla la vedi tutta, anche la parte scura, ti appare come una sfera illuminata molto più di quando è piena e la vedi come un disco, ma devi guardarla senza guardarla fissa ed è anche un po’ un gioco.

Che palle sta cosa del limite dei caratteri, si torna ai primi sms.
Sistematela subito, dai.

Non voltargli le spalle, agli animali, e non avere paura.

Un animale ti guarda, magari da trecento metri, e lo sa già se hai paura

Come quello là di Bardineto, dice Ivan, che allevava gli struzzi e uno l’ha preso alle spalle con le zampe - hanno delle zampe grosse così, quelli lì - e l’ha fatto volar giù dalla riva, all’ospedale è finito.

Il tacchino, per esempio, dice l’Amelia: vado a dargli da mangiare ma senza pensarci mi giro e mi assale, e con le zampe mi colpisce forte alla schiena e se non c’era lo steccato andavo giù con la faccia per terra.

perché li allevano, galline, mucche, maiali, capre, perché li amano, cani, cavalli, perché li cacciano, cinghiali, daini, perché se ne difendono, poiane, lupi, astori, volpi, nel chiacchierare concorda che agli animali non bisogna voltare le spalle, mai.

La conversazione di persone che con gli animali hanno a che fare da sempre,

Sono le cinque e c’è ancora luce 😍😍😍

E un nevischio che cade leggero, ma poi non proprio cade ma vortica, ondeggia, e nel buio del fuori illuminato dalle finestre lo vedi danzare, lo vedi galleggiare sulle onde del vento, sul respiro del buio, è nevischio come d’estate i moscerini nel cerchio di luce.

Il vento del nord che galoppa fortissimo, e agita e scuote il monte e il bosco, e il rumore di mareggiata degli alberi ci porta, come su un mare in un rombo di onde: la nostra prua, qui in alto, è illuminata dalla luna piena.

E risentire, dopo tante sere, ovattato e vicino, l’allocco, perché queste sono le notti che preferisce: quelle scure e fitte, quelle di nebbie, quelle in cui le valli affondano nere nella caligine, quelle del buio soffice, dai contorni indistinti, queste sono il suo regno, il luogo dove canta 🙂

No, e sto bene così.

Dopo giorni e giorni di cibetti elaborati e festivi arriva ora il momento del sanificante MINESTRONE VERDURONE.

Io stavo per mandare gli auguri di buon anno con scritto “Buon 2024”.

dalla Giannina un pacchettino di gianduiotti, dalla Candida un sacchettino di plastica verde con due manciate di castagne secche, dalla Carla - in ritardo perché era giù da sua figlia - stamattina quattro uova.

dalla Rosalba un bigliettino che recitava “Abbiamo gradito il pensiero e ricambiamo coi frutti del nostro bosco” accompagnato da un sacchetto di kiwi, uno di noci e uno di castagne già bollite (“meglio tenerle in frigo”),

dalla Rosangela un sacchetto di cuneesi al rum e un cosino, dalla Soraya una confezione di tè alle spezie, dalla Gemma un mini panettone,

In cambio dei miei biscottini allo zenzero e cannella, recapitati la vigilia di Natale a tutti gli abitanti della frazione, ho ricevuto in ringraziamento: dall’Armando una bottiglia di spumantino, rigorosamente dolce, dalla Rosangela

Guarda sempre oltre la cima del monte.

Questa mi è stata trasmessa come proverbio dei nativi americani, ma magari è stata scritta da Lao Tze o da un bergamino valtellinese o da uno stagista o da una AI.
Non importa: funziona, almeno un pochino.
Quindi buon anno a tutti.

E pensi che in qualche modo si avverte che il bosco, il monte ha bisogno di questo intervallo di gelo, è come se aspettasse non solo di dormire ma di ripulirsi di foglie, di frasche, di colori, nudo, sciacquato nel ghiaccio e lavato dal vento per essere nitido e nuovo a primavera.

Il freddo vero che inizia a sentirsi nei denti, nel respiro, nella punta delle dita appena ti affacci.

Incuriosita dal passaparola: non lo avevo mai sentito nominare, prima 🙂

Boh, vediamo 🙂