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Associazione italiana per la promozione della scienza aperta [bridged from https://poliversity.it/@aisa on the fediverse by https://fed.brid.gy/ ]

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## Guerra o pace: scienza aperta, istituzioni di ricerca e libertà intellettuale / War or peace: open science, research institutions and intellectual freedom The division of mankind threatens it with destruction. Civilization is imperiled by: a universal thermonuclear war, catastrophic hunger for most of mankind, stupefaction from the narcotic of “mass culture,” and bureaucratized dogmatism, a spreading of mass myths that put entire peoples and continents under the power of cruel and treacherous demagogues, and destruction or degeneration from the unforeseeable consequences of swift changes in the conditions of life on our planet. In the face of these perils, any action increasing the division of mankind, any preaching of the incompatibility of world ideologies and nations is madness and a crime. Only universal cooperation under conditions of intellectual freedom and the lofty moral ideals of socialism and labor, accompanied by the elimination of dogmatism and pressures of the concealed interests of ruling classes, will preserve civilization. Andrei Dmitrievich Sakharov, 1968 Università di Trento, Facoltà di Giurisprudenza, Sala conferenze Link per la diretta https://blue.meet.garr.it/rooms/mc2-mfz-h0q-kpl/join **_6 novembre 2025_** ore 10.00-12.00 – **Anteprima: il monitoraggio della scienza aperta in Italia** ore 12.00 – Assemblea dei soci _Brunch_ ore 14.00 – _**Saluti istituzionali**_ ore 14.15 – Roberto Caso _Keynote speech_**La scienza aperta: sentieri di gloria (o di pace)?** Il diritto e la giustizia contro la forza bruta e stolta. Tratti antropologici che si ritrovano nella scienza. Esistono due tipologie di scienza aperta. La prima, la vera scienza aperta, si basa sulla libertà intellettuale dell’uso pubblico della ragione e si pone alle fondamenta della democrazia interna ed esterna agli Stati. La seconda, la pseudo-scienza aperta, si fonda sulla proprietà intellettuale ed è asservita alla concentrazione di potere pubblico e privato. Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi la vera scienza aperta ha avuto modo di affermarsi solo episodicamente e in chiave sovversiva, provando a calcare gli impervi sentieri della pace. Mentre le società che abbiamo costruito negli ultimi decenni hanno deliberatamente favorito la concentrazione di potere pubblico e privato, quella stessa concentrazione che alimenta il capitalismo dei monopoli intellettuali sorveglianti e della guerra. In questo contesto la pseudo-scienza aperta può ben presentarsi come istituzionale e percorrere orgogliosamente i sentieri della gloria, anche se, prima di giungere alla tomba, contraddizioni laceranti non tardano ad affiorare. Lungi dall’essere mera speculazione teorica, la relazione ripercorre alcuni problemi della dialettica tra scienza aperta sovversiva e istituzionale che l’Associazione Italiana per la promozione della Scienza Aperta ha provato ad affrontare nei suoi primi dieci anni di vita. ore 14.45 _**Guerra e pace: una questione scientifica?**_ Presiede: Stefano Bianco Flavio Del Santo, Scienziati contro il riarmo Federico Oliveri, **La maledizione delle tecnologie dual use: l’università si arrenderà al complesso militare-digitale?** Inchieste e rapporti internazionali hanno rivelato il ruolo chiave delle grandi aziende tecnologiche nell’economia dell’apartheid nei Territori Palestinesi Occupati e, successivamente, nell’economia del genocidio. È verosimile che queste stesse società saranno determinanti anche nella seconda fase della distruzione di Gaza, presentata all’opinione pubblica come un “piano di pace”. Queste e altre manifestazioni del “complesso militare-digitale” sollevano interrogativi cruciali: Che tipo di relazioni intrattengono le università con le aziende tecnologiche impegnate in applicazioni militari? Tali relazioni sono compatibili con la missione costituzionale delle università e con il loro impegno per la pace? Intendo affrontare queste domande riflettendo con voi sulla “maledizione delle tecnologie a duplice uso”, ovvero sulle difficoltà, reali o presunte, del mondo accademico nel controllare le applicazioni della propria ricerca e nell’impedire che questa venga utilizzata per scopi militari o in qualsiasi modo contrario ai diritti fondamentali. La natura sistemica del problema richiederà soluzioni altrettanto sistemiche: il superamento della dipendenza da finanziamenti pubblici e privati vincolati a collaborazioni con queste aziende, il passaggio dalla privatizzazione e monetizzazione della conoscenza alla sua condivisione per il bene pubblico, la creazione di licenze che escludano esplicitamente “l’uso militare” per i prodotti della ricerca. Parliamone e organizziamoci. ore 16.00 – _Pausa caffè_ ore 16.30 _**Uscire dal tecnofeudalesimo**_ Presiede Alberto Baccini Daniela Tafani, **IA e distruzione della conoscenza** Davide Borrelli, **L’Università della guerra** Che ruolo può e deve esercitare un’istituzione universalistica per eccellenza come l’università in tempi di divisione dell’umanità in blocchi armati e di generale guerrificazione del mondo? In un contesto dove tutto si militarizza e si polarizza, l’università rischia di diventare l’ennesimo strumento di propaganda o, peggio ancora, di ipocrisia istituzionalizzata. ore 17.30 _**Machine learning e diritto**_ Presiede: Federica Cappelluti Marco Giraudo **Corse truccate: LLM, monopoli intellettuali e scommesse giuridiche** Il contributo discute le principali innovazioni giuridiche introdotte dai grandi operatori economici nel campo degli LLM al fine di accedere liberamente a risorse altrui giuridicamente protette per la calibratura di sistemi di cc.dd. intelligenza artificiale rivendicando, al contempo, la libertà di sfruttare e diffondere liberamente i testi o immagini prodotti da tali sistemi. La sostenibilità economica di tali avventure dipende in maniera significativa anche dal successo di tali _vere e proprie_ scommesse giuridiche, con il pericolo che esse vengano respinte dalle Corti e dai Tribunali, in particolare negli Usa e in Europa. La tensione insostenibile tra modelli economici abilitati da tali tecnologie che si rivelino _giuridicamente_ insostenibili, in quanto fondati sullo sfruttamento illegale di risorse giuridicamente tutelate, potrà alternativamente far esplodere una tipica “bolla giuridica”; o dare luogo ad un cambio di regime costituzionale assimilabile all’affermazione di un ordine neofeudale, dove la natura e la tutela delle posizioni giuridiche dipendono dallo _status_ di chi le rivendica. Richard Stallman (FSF) **Can ML systems be free?** ore 18.30 –** _Chiusura dei lavori_** **__** **_7 novembre 2025_** Presiede: Emanuele Conte ore 9.30 – _**Il conflitto nelle università**_ Maria Chiara Pievatolo, **All’Ovest niente di nuovo: scienza libera ed elusioni europee** Quando l’Unione Europea – con altri enti finanziatori pubblici e privati – dichiarò di abbracciare i principi della scienza aperta, alcuni pensarono che l’idea di una ricerca diretta, in un sistema in cui i ricercatori erano troppo proletarizzati, o cointeressati, per emanciparsi dalla bibliometria, fosse un’ottima soluzione. Accettare il controllo politico della ricerca, anche quando si viene convinti che al governo ci sia Marco Aurelio, è però pericoloso per la libertà intellettuale. Marco Aurelio può in ogni momento trasformarsi in Commodo, e ordinare il passaggio dalla scienza “aperta” a quella “sicura” – qualsiasi cosa significhi questo termine -, o, ancoro peggio, a quella esplicitamente asservita a interessi oligarchici e commerciali. Con un’aggravante: il Commodo di oggi potrebbe essere, invece che un despota di volta in volta eliminabile con il regicidio, com’era nell’impero romano, un burocrate elusivo ed eteronomo, incapace o indisposto ad andare oltre le dichiarazioni di principio e l’istituzione di compiti pensati per essere soltanto apparenti. Silvia Bello, **Formazione alla scienza aperta: il lavoro del gruppo di studio AISA** Il Gruppo di Studio AISA sulla Formazione presenta il questionario elaborato e inviato agli atenei italiani sulla didattica della scienza aperta: ideazione e scelta della tematica di indagine e dello strumento. ore 10.15 _Pausa caffè_ ore 10.30 – **_Tavola rotonda_** Presiede Paolo Guarda Marco Amato (Etica Digitale), Giorgia Bincoletto, Federica Cappelluti, Paola Galimberti, Giovanna Massari ore 12.00 – _**Conclusione dei lavori**_ Il materiale del convegno, registrazione video compresa, sarà reso disponibile su Zenodo.org Incoraggiamo la partecipazione in presenza, ma renderemo disponibile, a ridosso dell’inizio, un URL per la teleconferenza per coloro che abbiano serie difficoltà a partecipare. Chi desidera partecipare alla discussione da remoto è invitato a iscriversi alla mailing list dell’associazione. Accessi: 936

Stiamo rendendo disponibile il materiale della nostra X conferenza qui. Quando avremo completato la raccolta ne daremo notizia ufficialmente. Ma intanto, ufficiosamente, si può saccheggiare quello che c'è già.

09.11.2025 10:15 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0
Original post on poliversity.it

#4novembre 2025: Convegno nazionale – formazione online “La #Scuola non si arruola”

https://osservatorionomilscuola.com/2025/10/21/4-novembre-2025-convegno-nazionale-formazione-online-scuola-arruola/

Quest'anno il convegno dell'Osservatorio contro la #militarizzazione delle scuole e delle […]

02.11.2025 14:44 — 👍 0    🔁 2    💬 0    📌 0

#Università all'ungherese:

https://www.roars.it/allarme-universita-e-ora-di-mobilitarsi/

27.10.2025 15:28 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0
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Beware giving this site your unpublished data Users noticed the website had fake testimonials and a domain name registered seemingly overnight.

#closedscience #openscience A satirical, yet telling, experiment

https://ubadah.substack.com/p/beware-giving-this-site-your-unpublished

"The point isn’t to build a better tool for formatting papers, it’s to create a scientific system where such a tool is laughably unnecessary."

24.10.2025 08:51 — 👍 0    🔁 4    💬 0    📌 0
Original post on poliversity.it

**Valutazione di stato, al quadrato**

L'#Anvur è _già_ un'agenzia nominata dal governo e ai suoi ordini. La riforma in cantiere la renderà ancora più dipendente dal governo, come spiegato da Roars qui. Questa dipendenza sarà semplicemente più evidente.

Ma la dipendenza dell'Anvur attuale è […]

22.10.2025 14:14 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0
Original post on mastodon.uno

Le Nazioni Unite chiedono di fermare l'espansione dei data center che alimentano l'intelligenza artificiale perché minacciano l'acqua e l'energia.
L'ONU avverte che la costruzione accelerata e su larga scala di data center avviene in un contesto caratterizzato dalla mancanza di dati affidabili […]

18.10.2025 23:11 — 👍 0    🔁 3    💬 0    📌 0
Original post on social.coop

"our digital devices have not been designed to help us think more efficiently and clearly; almost everything we encounter online has been designed to capture and monetise our attention"

Now that we are starting to have the raw capabilities he dreamed of, we need to recapture Doug Engelbart's […]

18.10.2025 15:14 — 👍 0    🔁 3    💬 0    📌 0
a firefox context menu showing "ask an ai chatbot" options that were added without informing users about this

a firefox context menu showing "ask an ai chatbot" options that were added without informing users about this

God, can someone please finally take #Firefox out of the hands of #Mozilla and their damn "AI" bros?

When they started adding all of this nonsense I went into my about:config to explicitly set "browser.ml.enable" to "false", but apparently even doesn't save […]

[Original post on scholar.social]

17.10.2025 14:24 — 👍 2    🔁 29    💬 3    📌 0
### **Convocazioni dell’assemblea dei soci** * Assemblea del 6 novembre 2025 * Assemblea del 7 novembre 2024 * Assemblea del 19 ottobre 2023 * Assemblea del 20 ottobre 2022 * Assemblea del 13 giugno 2022 * Assemblea del 14 ottobre 2021 * Assemblea del 4 dicembre 2020 * Assemblea dell’8 novembre 2019 * Assemblea dell’8 novembre 2018 * Assemblea del 9 novembre 2017 * Assemblea del 28 ottobre 2016 * Assemblea del 23 ottobre 2015 ### **Verbali** * Verbale dell’assemblea del 7 novembre 2024 * Verbale dell’assemblea del 19 ottobre 2023 * Verbale dell’assemblea del 20 ottobre 2022 * Verbale dell’assemblea del 13 giugno 2022 * Verbale dell’assemblea del 14 ottobre 2021 * Verbale dell’assemblea del 4-5 dicembre 2020 * Verbale dell’assemblea dell’8 novembre 2019 * Verbale dell’assemblea dell’8 novembre 2018 * Verbale dell’assemblea del 9 novembre 2017 * Verbale dell’assemblea del 28 ottobre 2016 * Verbale dell’assemblea del 23 ottobre 2015 * Verbale dell’assemblea del 18 giugno 2015 * Verbale dell’assemblea del 7 marzo 2015 ### **Bilanci** * Bilancio consuntivo 2024 * Bilancio consuntivo 2023 * Bilancio consuntivo 2022 * Bilancio consuntivo 2021 * Bilancio consuntivo 2020 * Bilancio consuntivo 2019 * Bilancio consuntivo 2018 * Bilancio consuntivo 2017 * Bilancio consuntivo 2016 * Bilancio consuntivo 2015 Accessi: 1123

Noi rendiamo pubblici i nostri bilanci, e anche gli ordini del giorno dell'assemblea annuale dei soci: https://aisa.sp.unipi.it/statuto/documenti-e-verbali/

17.10.2025 10:45 — 👍 0    🔁 2    💬 0    📌 0
 05-01-2011
"Il controllo dello stato sulle università"

05-01-2011 "Il controllo dello stato sulle università"

#Università Nel 2011 @brideshead@mastodon.uno parlava già di un "apparato burocratico di tipo sovietico", o, appunto, fascista.

16.10.2025 16:25 — 👍 0    🔁 2    💬 0    📌 0
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Dare un governo alle Università o dare le Università al Governo? Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente documento della Rete 29 Aprile In poche ore ci siamo imbattuti: in un documento in cui il Segretario Generale del Ministero, il sempre-verde Marco Mancini, velatamente invita i Rettori a mettere in riga gli studenti (ma è questo il suo co

Dare un governo alle università o le università al governo?
Perfino l'#università post-gelminiana, governata dalla valutazione di stato e da rettori straordinariamente potenti, pare pericolosa al governo.

16.10.2025 16:11 — 👍 0    🔁 1    💬 1    📌 0
Original post on poliversity.it

**Università di stato 2.0**

https://www.officinadeisaperi.it/agora/politica-e-cultura/le-mani-del-governo-sugli-atenei-nei-cda-nomine-ministeriali-da-il-manifesto/

"Dopo la scuola nazionalista, le #università governative. A tre anni dall’insediamento dell’esecutivo si fa più chiaro il disegno […]

16.10.2025 11:20 — 👍 0    🔁 3    💬 0    📌 0
Original post on poliversity.it

#Anvur Valutazione di stato 2.0

https://m.flcgil.it/attualita/anvur-agenzia-che-diventa-governativa-con-intenzione-valutare-e-disciplinare-anche-saperi-e-conoscenze.flc

L'Anvur era governativa e incostituzionale anche prima - e anche per questo ha fatto fallire la blanda riforma europea della […]

14.10.2025 17:50 — 👍 0    🔁 2    💬 0    📌 0
Original post on poliversity.it

Le #università, ricorda il professor Marco Mancini, segretario generale del #MUR, non devono essere "subalterne a influenze di carattere polarizzante".
Come interpretare questo monito?
Ormai la questione se la terra sia piatta o rotonda è diventata in più di un senso "polarizzante". I corsi di […]

14.10.2025 14:26 — 👍 0    🔁 1    💬 0    📌 0
L'immagine è un meme con una resa artistica in stile cartone animato. Un grande cavallo di Troia di legno è raffigurato mentre viene portato attraverso la porta di un grande edificio in pietra. Sul fianco del cavallo di Troia c'è scritto in stampatello "MASS SURVEILLANCE". Sotto il cavallo di Troia c'è scritto in stampatello "EU MEMBER STATES". In alto, sopra il cavallo di Troia, c'è scritto in stampatello "PROTECT CHILDREN". Due persone in giacca e cravatta sono in piedi davanti alla porta. Il logo "imgflip.com" è in basso a destra.

PROTECT CHILDREN
MASS SURVEILLANCE
EU MEMBER STATES

L'immagine è un meme con una resa artistica in stile cartone animato. Un grande cavallo di Troia di legno è raffigurato mentre viene portato attraverso la porta di un grande edificio in pietra. Sul fianco del cavallo di Troia c'è scritto in stampatello "MASS SURVEILLANCE". Sotto il cavallo di Troia c'è scritto in stampatello "EU MEMBER STATES". In alto, sopra il cavallo di Troia, c'è scritto in stampatello "PROTECT CHILDREN". Due persone in giacca e cravatta sono in piedi davanti alla porta. Il logo "imgflip.com" è in basso a destra. PROTECT CHILDREN MASS SURVEILLANCE EU MEMBER STATES

🚨 Oggi volevano far approvare “Chat Control” nel Consiglio UE. Ma hanno fallito! 🎉

Tuttavia, Chat Control tornerà d sicuro in altre forme.

#ChatControl non è altro che un Cavallo di Troia per cittadini europei. Perché?“Chat Control” è il regolamento che […]

[Original post on mastodon.uno]

14.10.2025 12:26 — 👍 0    🔁 1    💬 0    📌 0
Original post on poliversity.it

La Sorbona abbandona i #ranking! I "ranking", per chi avesse la fortuna di ignorarlo, sono classificazioni di università in mano ad aziende a scopo di lucro, che pretendono di fornire dei bollini di qualità, competitiva.
La Sorbona non è la prima a fare questa mossa. Ecco un paio di precedenti […]

14.10.2025 14:02 — 👍 0    🔁 2    💬 0    📌 0
Original post on fediscience.org

"China and the US have long collaborated in ‘open research.’ Some in Congress say that must change."
https://apnews.com/article/united-states-china-academic-research-congress-53ee311ea07f6ceccee4a7fe99f0857d

"For many years, American and Chinese scholars worked shoulder to shoulder on […]

14.10.2025 13:44 — 👍 1    🔁 5    💬 0    📌 0
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What is Rogue Scholar? – Rogue Scholar Documentation

"Getting a DOI on personal blog posts is technically challenging, but possible using services such as The Rogue Scholar (https://docs.rogue-scholar.org/)." https://doi.org/10.1007/s44186-024-00287-w

12.10.2025 07:33 — 👍 8    🔁 11    💬 0    📌 0
Original post on piaille.fr

Microsoft 365 Education espionne les écoliers
https://noyb.eu/fr/noyb-win-microsoft-365-education-tracks-school-children

L'autorité autrichienne de protection des données a publié une décision constatant que #Microsoft365 Education suit illégalement les élèves et utilise leurs données à ses […]

11.10.2025 11:20 — 👍 3    🔁 8    💬 0    📌 0
Open Access Tracking Project (@oatp@fediscience.org) Funders Roll Out Next Gen Open Policies - SPARC https://sparcopen.org/impact-story/funders-roll-out-next-gen-open-policies/

Is it really "exciting" that the way in which scientists discuss and share their research is established by (even private) "funders", like we are just workers-for-hire? https://fediscience.org/@oatp/115355986646768854

11.10.2025 16:13 — 👍 0    🔁 1    💬 0    📌 0
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Funders Roll Out Next Gen Open Policies - SPARC

Funders Roll Out Next Gen Open Policies - SPARC https://sparcopen.org/impact-story/funders-roll-out-next-gen-open-policies/

11.10.2025 14:24 — 👍 2    🔁 3    💬 0    📌 0
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Join DORA’s Steering Committee: Global Call for Members

DORA is looking for members of its steering committee. Reform of Research Assessment is key to solving many of the pathologies that afflict the research system at the moment!

#OpenScience #ResearchAssessmentReform

https://sfdora.org/2025/10/03/steering-committee-global-call/

06.10.2025 20:14 — 👍 0    🔁 7    💬 0    📌 0
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Do not add Google Play Integrity integration · Issue #18 · eu-digital-identity-wallet/av-doc-technical-specification In the README, the following is listed: App and device verification based on Google Play Integrity API and Apple App Attestation I would like to strongly urge to abandon this plan. Requiring a depe...

Affidarsi a Google per l'identificazione dell'età? A chi è venuta una simile idea?
Indovinate.
#EUDigitalIdentityWallet

29.09.2025 17:26 — 👍 0    🔁 1    💬 0    📌 0

L'autore di questo articolo Il ruolo delle Big Tech nel #genocidio di #Gaza è fra gli oratori del nostro decimo convegno.

29.09.2025 17:17 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0
Post image

🚨 È il nostro momento.

🇮🇹 lasciamo i social delle #BigTech (#GAFAM), complici e silenziosi spettatori del genocidio a Gaza e abbbracciamo ill #Fediverso.

Google e Amazon forniscono AI all'esercito israeliano. Meta censura i contenuti pro-Palestina.

📖 Il ruolo […]

[Original post on mastodon.uno]

29.09.2025 15:40 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0
Open science and transparency are our strongest tools in the fight against fraudulent publishing activities PLOS Medicine Executive Editor, Helen Lumbard, and Senior Editor, Front Section, Daniel Routledge, call for the scientific community to tackle research fraud and paper mills head on by creating robust systems of data sharing and transparency.

Open science and transparency are our strongest tools in the fight against fraudulent publishing activities | PLOS Medicine https://journals.plos.org/plosmedicine/article?id=10.1371/journal.pmed.1004774

29.09.2025 15:41 — 👍 1    🔁 1    💬 0    📌 0
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Essere uno storico e un attivista politico. Una conversazione con Ilan Pappè di **Bruno Montesano** , Lucy sulla cultura, 20 dicembre 2024. **_Storico israeliano emigrato in UK e punto di riferimento del movimento per la solidarietà palestinese, Ilan Pappè è una figura molto divisiva, non solo all’interno della comunità accademica. Una conversazione con lui a qualche settimana dall’uscita del suo ultimo libro per Fazi Editore._** Professore di storia all’Università di Exeter, Ilan Pappè è un riferimento del movimento in solidarietà con la Palestina. Nato ad Haifa nel 1954, è il più noto dei nuovi storici israeliani che si sono dedicati a ridefinire la narrazione del proprio paese, assieme a Zeev Sternhell e Benny Morris. Estremamente critico con il nazionalismo della storiografia ufficiale, Pappè è emigrato nel Regno Unito dopo il cosiddetto caso **Tantura**, una dura polemica intorno alla tesi di dottorato di uno studente, Teddy Katz – che poi l’ha in parte ritrattata – su un massacro fatto dagli israeliani nel ’48 contro la popolazione palestinese nel villaggio di al-Ṭanṭūra. Fieramente antisionista e sostenitore del boicottaggio accademico, Pappè ha scritto molti volumi tradotti in italiano, tra cui uno assieme al linguista e attivista Noam Chomsky – che invece si oppone al boicottaggio. Il suo ultimo libro, tra il pamphlet e la sintesi storico-politica, si intitola _Brevissima storia del conflitto tra Israele-Palestina_ (Fazi 2024). Il secondo nuovo storico israeliano più noto è Benny Morris, una sorta di nemesi di Pappè. In un’intervista per ** _Haaretz_ **nel 2004 sostenne, tra varie affermazioni razziste giustificate attraverso la consueta lente del “realismo”, che il primo ministro israeliano Ben Gurion, nel ’48, avrebbe dovuto compiere “un’espulsione totale” – anziché una parziale –, così da dare “allo Stato d’Israele la stabilità per generazioni”. Secondo Morris, la pulizia etnica, che lui stesso ha contribuito a raccontare attraverso il suo _Vittime_ (Rizzoli 2001), era “giustificata” contro il rischio di annullamento del popolo ebraico. Morris ha accusato Pappè di essere un **falsario **contestando alcune delle sue fonti e risultati. **L’autore** di _La pulizia etnica della Palestina_ (Fazi 2008) gli rispose affermando che, più che uno storico, Morris fosse un “ciarlatano”, uno che, attraverso la sua ideologia di destra, metteva insieme cronologie di eventi. Nella risposta a Morris, contro la falsa oggettività di quest’ultimo, Pappè rivendicava le proprie scelte politico-morali e scriveva: “Il dibattito tra noi si colloca sul piano del confronto tra gli storici che credono di essere ricostruttori puramente oggettivi del passato, come Morris, e quelli che sostengono di essere persone che soggettivamente cercano di raccontare la propria versione del passato, come me”. Le narrazioni si basano sul materiale disponibile e cercano di dare una ricostruzione fedele dell’accaduto, ma purtroppo non si può “viaggiare indietro nel tempo per verificarlo”. La conversazione con Pappè, avvenuta via zoom, parte proprio da qui. **Come descriveresti il rapporto tra essere uno storico e fare attivismo politico?** Penso che tra le due sfere ci sia una relazione inevitabile. Quando lavori sulla Palestina essendo nato e cresciuto lì, in Israele, è inevitabile che l’attivismo e la ricerca accademica vadano insieme. Inoltre, ho scoperto dai miei studenti, in particolare quelli di master, che il loro lavoro accademico è decisamente migliore quando sono impegnati anche come attivisti. È molto più profondo, interessante e professionale. Perciò, penso che la connessione tra attivismo e ricerca sia produttiva. Ma, naturalmente, date le diverse modalità di espressione e i requisiti, bisogna essere consapevoli della differenza tra le due forme di scrittura. Tuttavia c’è sicuramente un beneficio reciproco per un attivista che è accademico o, viceversa, per un accademico che è attivista, poiché i due campi dell’indagine e dell’attivismo si influenzano a vicenda in modo estremamente positivo. **Nel tuo ultimo libro “Brevissima storia del conflitto tra Israele e la Palestina” hai scritto: “È tempo di riconoscere che il movimento nazionale palestinese è un movimento anticolonialista”. Pensi che la lente del colonialismo d’insediamento sia l’unica attraverso cui comprendere la storia del conflitto? E come spieghi il fatto che il sionismo, come hai scritto, fosse anche una risposta all’antisemitismo?** Sì, penso che il colonialismo d’insediamento sia il paradigma migliore per comprendere il sionismo. Perché questo è ciò che il sionismo è diventato nel momento in cui le idee fondamentali che informavano il movimento sono state tradotte, alla fine del XIX secolo, in un progetto che cercava di realizzarle in Palestina. Ciò significa che il sionismo è iniziato come una risposta all’antisemitismo, ma quando i leader del movimento hanno creduto che l’unico modo per affrontare l’antisemitismo fosse colonizzare la Palestina, quella risposta all’antisemitismo è diventata un movimento di colonialismo d’insediamento. Questa dinamica è simile a quella che ha visto protagonisti molti europei perseguitati in Europa – come i cattolici o puritani in Gran Bretagna – che hanno trovato una via di fuga colonizzando il Nord America. Non c’è contraddizione tra un’ideologia europea che cerca di affrontare il razzismo e il fatto che il momento queste comunità decidono che l’unica soluzione sia colonizzare la terra di qualcun altro. **Il sionismo, nelle sue idee fondamentali, è sempre stato eliminatorio o sarebbe stato possibile costruire un’altra forma di coesistenza in Palestina? Insomma, secondo te, le idee a favore di uno stato binazionale del gruppo Brit Shalom (‘Patto di pace’) fondato nel 1925 da Martin Buber, Gershom Scholem, Hans Kohn e altri erano solo eresie?** Penso che il sionismo maggioritario, ossia quello dei leader del movimento, fin dall’inizio, non avesse problemi morali nel perseguire politiche eliminatorie – e le politiche eliminatorie non implicano necessariamente il genocidio. Penso che la dirigenza sionista si concentrasse più sullo sradicare la popolazione palestinese che sull’eliminarla. Le operazioni di pulizia etnica ebbero già inizio negli anni ’20. Tuttavia ci sono state altre voci all’interno della comunità sionista, come quelle associate negli anni ’20 a Brit Shalom, il gruppo di sionisti che credevano in uno stato binazionale. È difficile stabilire cosa sarebbe successo facendo ipotesi. Quello che posso dire come storico è che non c’era alcuna possibilità che il movimento sionista laburista potesse accettare le idee di Brit Shalom. È molto difficile fare ipotesi come storico su cosa sarebbe successo se Brit Shalom fosse stato maggioritario. “Cosa sarebbe successo se” è qualcosa che di solito diciamo ai nostri studenti di non fare, ma è importante notare che esisteva. Erano l’eccezione che non conferma la regola. La regola, che è stata incarnata prima dai sionisti laburisti e poi dai sionisti di destra, era l’idea che, moralmente, storicamente, politicamente e di fatto, l’unico modo per avere uno stato ebraico democratico fosse avere la massima porzione possibile di Palestina con il minor numero possibile di palestinesi. E per farlo tutti i mezzi erano giustificati. Questo vale, pur nella diversità delle opinioni, tanto per il sionismo di sinistra quanto per quello di destra. La sinistra, va ricordato, ha perpetrato la pulizia etnica del 1948 e ora la destra sta facendo qualcosa di ancora peggiore: sta mettendo in atto un genocidio. Ma storicamente parlando, _tutto_ questo fa parte della stessa strategia eliminatoria, sfortunatamente. **Recentemente hai sostenuto che i militanti di Hamas fossero stati educati alla violenza da parte di Israele. E che “non dobbiamo essere tanto certi che, se a subire quel trauma fossimo noi, senza una soluzione in vista, reagiremmo meglio”. L’oppressione israeliana contro i palestinesi avviene in nome dell’identità ebraica. È facile quindi che l’odio si rivolga non solo contro gli oppressori ebrei israeliani ma anche contro gli ebrei. Diresti che c’è stata anche una dimensione antisemita in ciò che è accaduto il 7 ottobre, o è stato solo un’azione anticoloniale?** No, non credo che ci sia nulla di antisemita nella resistenza palestinese, inclusa quella del movimento islamico politico. Penso che, indipendentemente dai metodi utilizzati dalla resistenza palestinese o da chi la guida, siano essi di sinistra, centro o i gruppi dell’islamismo politico, le motivazioni riguardino l’oppressione, l’occupazione, la pulizia etnica, il genocidio. Quindi, la loro reazione contro gli ebrei che fanno parte di Israele è dovuta a ciò che questa società e il suo stato stanno facendo ai palestinesi. Non riguarda la loro identità religiosa. A volte c’è confusione, perché in arabo i palestinesi chiamano i cittadini israeliani _Yahūd_ , gli ebrei. Ma anche i sionisti affermano che non ci sia differenza tra sionisti ed ebrei. E questo, a volte, porta a percepire un tono più antisemita nelle critiche antisioniste, ma esso è totalmente focalizzato sulla società, sullo stato e sull’esercito coloniale. Quindi penso che l’attacco del 7 ottobre abbia poco a che fare con l’antisemitismo in sé. **Eppure nel famoso statuto di Hamas del 1988, che poi è stato cambiato, c’erano topoi antisemiti. Ad esempio, l’articolo 22 che dice che gli ebrei sionisti con il “denaro hanno preso il controllo dei mezzi di comunicazione del mondo, per esempio le agenzie di stampa, i grandi giornali, le case editrici e le catene radio-televisive. Con questo denaro, ha fatto scoppiare rivoluzioni in diverse parti del mondo con lo scopo di soddisfare i suoi interessi e trarre altre forme di profitto. Questi nostri nemici erano dietro la Rivoluzione francese e la Rivoluzione russa, e molte delle rivoluzioni di cui abbiamo sentito parlare, qua e là nel mondo. È con il denaro che hanno formato organizzazioni segrete nel mondo, per distruggere la società e promuovere gli interessi sionisti. Queste organizzazioni sono la massoneria, il Rotary Club, i Lions Club, il B’nai B’rith”. Come puoi essere così sicuro che l’odio, che pure è comprensibile, non possa avere una dimensione anche antisemita?** Lo statuto di Hamas contiene riferimenti antisemiti e stupidi, ma un movimento non si giudica da un documento scritto da un piccolo numero di giovani arrabbiati sotto occupazione. Alcuni dei _topoi_ nella Carta sono citazioni del Corano e furono usati da un gruppo di giovani palestinesi a Gaza per creare un movimento che combattesse il sionismo [Pappè si riferisce al settimo articolo della Carta, il cui finale recita: “Il Profeta (…) dichiarò: ‘L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei’ al-Bukhari e Muslim”, ndr]. Fu una scelta sbagliata, ma non rifletteva l’antisemitismo. Rifletteva un tentativo di utilizzare la religione per galvanizzare il sostegno religioso contro l’occupazione, perché le forze laiche e di sinistra avevano totalmente fallito in ciò. È importante capire il contesto di chi ha redatto questo statuto nel 1988, che, come lo statuto dell’OLP del 1968, conteneva frasi poi divenute irrilevanti – come la richiesta che tutti gli ebrei arrivati dopo il 1917 se ne andassero. Non penso che ci si debba concentrare su questo, non è il movente. Il movente non è l’odio verso gli ebrei. Al contrario, Hamas, come Fatah prima di loro, crede nella vecchia Palestina precedente al 1914, in cui ebrei, musulmani e cristiani vivevano insieme. Quello è ciò che conta. La lotta contro il sionismo non è una lotta contro gli ebrei. **Qual è la tua opinione sull’idea che l’antisemitismo sia in aumento? È solo uno strumento per reprimere il movimento palestinese e i migranti di seconda generazione in Europa o ci sono anche casi reali in aumento, ad esempio da parte di chi confonde l’identità ebraica con quella israeliana?** Non so se ci sia un aumento, ma certo esiste ancora. E, senza dubbio, il fatto che molte persone equiparino lo Stato di Israele al giudaismo – il che è un errore, ovviamente – è un successo del progetto sionista. Quindi tutto ciò che fa Israele può essere visto da persone poco istruite come qualcosa che riflette la religione ebraica, mentre non è così. In realtà, gran parte di ciò che fa Israele è contro la religione ebraica. Dopo 100 anni di propaganda con cui il movimento sionista ha sostenuto di rappresentare la religione ebraica, non sorprende che l’opposizione a Israele possa essere confusa con l’opposizione al giudaismo. Ma, nella mia esperienza, la maggior parte delle persone nel movimento di solidarietà con i palestinesi si oppone anche all’antisemitismo, perché il loro impulso principale è resistere al razzismo sionista e al colonialismo. “Non credo che ci sia nulla di antisemita nella resistenza palestinese, inclusa quella del movimento islamico politico. Penso che, indipendentemente dai metodi utilizzati dalla resistenza palestinese o da chi la guida, siano essi di sinistra, centro o i gruppi dell’islamismo politico, le motivazioni riguardino l’oppressione”. Tuttavia, tutti i governi occidentali equiparano l’antisemitismo all’antisionismo, il che contribuisce all’aumento dell’antisemitismo. Di fatto, se ad esempio il governo italiano avesse chiarito che l’antisionismo è una forma di antirazzismo e che l’antisemitismo è una forma di razzismo, penso che i numeri relativi agli episodi e alla retorica antisemiti crollerebbero. Sotto la pressione israeliana, tutti i governi europei equiparano l’antisionismo all’antisemitismo, e ciò potrebbe dare un’impressione falsata dell’aumento dell’antisemitismo. L’antisionismo è una posizione morale molto valida per le persone che si oppongono al razzismo, al colonialismo e all’oppressione. **Mi sembra che a volte ci sia una sorta di anti-nazionalismo selettivo. Ovviamente capisco perché si possa sostenere il nazionalismo di una popolazione occupata o colonizzata, ma in certe posizioni o ragionamenti si essenzializza l’identità degli oppressi, come se questa non fosse una comunità immaginata, proprio come tutte le nazioni. Ma il problema dell’identità nazionale sionista, rispetto ad altre, è che questa ha una caratteristica discriminatoria specifica, ovvero il fatto che l’identità ebraica non sia acquisibile come la cittadinanza italiana – anche l’essere italiani ha una dimensione razziale, ma idealmente è più universalizzabile rispetto all’identità ebraica. In questo senso, l’antisionismo rappresenta un’opposizione a una specifica forma di nazionalismo. Ma non pensi che, anche se ora la priorità è quella di contribuire a fermare il genocidio, in generale, nel movimento, ci sia il rischio di un nazionalismo dannoso?** No, il problema del sionismo è che la sua ossessione fondamentale è l’eliminazione dei palestinesi. Questo è il punto, non se il sionismo rifletta o meno un’idea universale di nazionalismo. Nella realtà, tanto per un sionista di sinistra quanto per uno di destra, l’unico modo in cui si può vedere l’attuazione dello stato-nazione degli ebrei è eliminando i palestinesi. Questo è il problema di ogni progetto coloniale di insediamento, che è motivato da ciò che il defunto storico **Patrick Wolfe **ha definito “la logica dell’eliminazione dell’indigeno”. Quindi, se si trova un modo per definire l’identità collettiva ebraica in una forma non sionista, non credo che alcun palestinese vi si opporrebbe. Ma nel momento in cui la stragrande maggioranza, il 95% circa degli ebrei in Israele vuole definire l’identità collettiva ebraica attraverso il sionismo, questo implica l’eliminazione dei palestinesi. È un’identità nazionale eliminazionista moralmente inaccettabile. È inoltre impraticabile e non funzionerà nemmeno. Quindi il problema è anzitutto quello di fermare il genocidio, ma bisogna capire perché questo stia avvenendo. E la ragione consiste in questo DNA del sionismo: lo stato ebraico può esistere solo eliminando i palestinesi. Pertanto, l’unica soluzione è avere un’identità collettiva ebraica che non sia nazionale. Non è possibile, da nessuna parte, definire un gruppo religioso in termini nazionali. Ma questo è un altro problema. Gli ebrei, come altri 42 gruppi nel Mashreq, erano un gruppo etnoculturale e possono tornare ad esserlo. A meno che non si accontentino, come la maggior parte delle persone laiche, di essere cittadini uguali su base individuale. Gli ebrei che vivevano in Palestina possono avere un’identità etnoculturale – su questo non ci sono dubbi – e sono sicuro che verrà rispettata dai palestinesi. Non voglio parlare a nome dei palestinesi, ma questa è la mia impressione. Tuttavia, una nazione o una nazionalità ebraica che non sia sionista non è mai esistita. Pertanto, bisogna trovare un modo per accettare l’idea di uno stato democratico per tutti – cosa che i palestinesi hanno sempre richiesto e che Israele ha sempre rifiutato. Oppure, se gli ebrei in Israele vogliono mantenere una parte della loro identità collettiva etnoculturale, anche questo può essere rispettato. Ma non si può immaginare un futuro né per gli ebrei né per gli arabi nella Palestina storica finché il sionismo rimarrà l’ideologia principale a cui la società ebraica aderisce. **Tu sostieni che i giovani ebrei della diaspora si sentono estranei al progetto sionista. Hai scritto che “meno della metà degli ebrei americani di età compresa tra i 18 e i 34 anni ha un’opinione favorevole del governo israeliano”. Come lo spieghi?** Credo ci sia un numero impressionante –soprattutto in America, ma suppongo anche altrove – di giovani ebrei che fanno parte del movimento di solidarietà con i palestinesi. Questo è comprensibile perché rappresenta un modo, prima di tutto, di liberare la propria identità coll da Israele e dal sionismo, non in modo passivo, ma attivo. In qualche misura, si tratta anche di un senso di responsabilità per ciò che è stato fatto dallo Stato di Israele contro i palestinesi in nome dell’ebraismo. È anche un desiderio, credo, di correggere alcune ingiustizie della Storia. Inoltre, penso che questo crei un’identità culturale, anche per gli ebrei laici, dissociata dal sionismo e da Israele, ma radicata nella civiltà e cultura e, forse, nella storia ebraica. Ognuno sceglie i propri riferimenti, ma sembrerebbe che l’associazione dominante in passato, specialmente negli Stati Uniti, per cui “Sono ebreo e quindi sono connesso anche allo Stato ebraico” si sia indebolita notevolmente. **Hai sostenuto che nel campo palestinese sta emergendo “una visione convincente di come sarebbe una Palestina liberata e del ruolo dei milioni di ebrei israeliani all’interno di essa, [e che] questa giovane generazione trasformerà radicalmente la realtà sul campo.” Su cosa si basa questa speranza e in che relazione si trova con la possibilità di uno stato unico?** Negli anni ho conversato e dialogato con molti giovani palestinesi di diverse comunità. Ho letto ciò che hanno scritto, ascoltato i loro seminari e discussioni. Talvolta mi è stato consentito anche di vedere la loro corrispondenza privata. Molti di loro sono stati miei studenti di magistrale. Conosco molto bene le loro opinioni e visioni. Quando le considero nel loro insieme, trovo che rappresentino un capitale umano impressionante e che loro siano un gruppo molto più unito rispetto all’attuale realtà politica palestinese. Nel movimento palestinese credo che abbiano una visione molto chiara per il futuro e un’idea abbastanza precisa di ciò che vogliono ottenere. Penso però che manchino ancora di organizzazione e coordinamento, e che per fare la differenza debbano affrontare le istituzioni del movimento nazionale palestinese. Ne stanno discutendo in questo periodo, anche mentre parliamo. Credo che stiano valutando se vogliano cambiare queste istituzioni dall’interno, o se vogliono costruirne una nuova, assieme ad un nuovo movimento. È un processo lento, ma si sta muovendo nella direzione giusta, e mi aspetto di vedere in futuro un movimento nazionale palestinese molto più coeso e meno frammentato. Credo che si concentreranno sulla soluzione dello stato unico, e non parleranno più di due stati. I palestinesi dovranno trovare un modo per diventare concretamente un movimento di cambiamento, ma ora stanno vivendo un pericolo esistenziale. Quando si sta combattendo per la propria vita, è molto difficile fare strategie. Ma specialmente i giovani palestinesi che vivono al di fuori della Palestina storica stanno lavorando in modo strategico, e alla fine, spero e credo che arriveranno a una visione molto più chiara e utile per il futuro. Il movimento di solidarietà avrà un indirizzo chiaro, come lo avevamo nel caso dell’ _African National Congress_(ANC) durante la lotta contro l’apartheid in Sud Africa. Per questo credo molto nel potenziale e nelle possibilità di questa generazione di mostrarci la strada da seguire. “Il problema è anzitutto quello di fermare il genocidio, ma bisogna capire perché questo stia avvenendo. E la ragione consiste in questo DNA del sionismo: lo stato ebraico può esistere solo eliminando i palestinesi”. **Al di là della prospettiva di lungo periodo, come vedi la possibilità di fermare il massacro? Pensi che il diritto internazionale possa fare qualcosa, o, come stiamo vedendo, i governi occidentali riescono a ignorarlo facilmente?** Temo che sia molto difficile capire come possiamo fermarlo, perché, come dici, i governi occidentali ignorano il diritto internazionale. Il diritto internazionale contiene gli strumenti per porre fine al genocidio, ma c’è molta ipocrisia e doppiezza sul diritto internazionale in Occidente, il che è molto pericoloso per l’intero sistema del diritto internazionale. I tribunali internazionali stanno cercando di dire ai governi occidentali ‘dovete agire’, che non si può pretendere il rispetto del diritto internazionale in Ucraina e ignorarlo completamente in Palestina. Posso solo sperare che i nostri sforzi come parte del movimento di solidarietà, da un lato, e la straordinaria resilienza e resistenza dei palestinesi, alla fine porteranno alla fine del genocidio. Perché una cosa è chiara, l’attuale governo israeliano ha ben poca voglia di fermarlo – anche a costo di non ottenere il ritorno degli ostaggi che Hamas ha preso il 7 ottobre. Ma posso solo sperare che, alla fine, almeno alcuni governi occidentali aumenteranno la “pressione” su Israele e seguiranno le raccomandazioni della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Penale Internazionale. Noi nel movimento di solidarietà dobbiamo triplicare i nostri sforzi, perché avremmo dovuto fermare questo genocidio già molto tempo fa. È incredibile, soprattutto in Occidente, come un genocidio stia andando avanti, giorno dopo giorno, sotto i nostri occhi. I governi occidentali sono totalmente silenti, così come i media. Ma penso anche che, ognuno di noi per quello che è il proprio ruolo, stia facendo il possibile per fermarlo, e spero che avremo successo. Il movimento di solidarietà ha un ruolo. I palestinesi sul terreno hanno un ruolo. Speriamo, speriamo che questo impegno comune metta fine a tutto ciò il prima possibile Bruno Montesano è dottorando in “Mutamento sociale e politico” presso le Università di Torino e Firenze. Collabora con diverse testate e ha curato _Israele-Palestina. Oltre i nazionalismi_(E/O, 2024).

#nogenocidio Fra ricerca storica e attivismo: un'intervista recente a Ilan Pappé

22.09.2025 10:43 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0
AISA (@aisa@poliversity.it) Researchers-employees may be treated as employees. This is just the last chapter of a long novel. Its previous chapter was the administrative evaluation of research: EPA Orders Agency Scientists to Stop Publishing Research

Ricercatori-impiegati: sembra nuovo, ma è solo l'ultima tappa di un lungo percorso: Vietato pubblicare!

22.09.2025 08:52 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0
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EPA Orders Agency Scientists to Stop Publishing Research Trump administration escalates its assault on science by halting EPA research publications

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22.09.2025 08:50 — 👍 0    🔁 0    💬 0    📌 0

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