Fuganel.bosco

Finisco di pulire tutto. E rimaniamo in silenzio. Sono contenta che sia successo. Ora abbiamo davanti il pomeriggio, la sera e la notte per divertirci.

Un ultimo spasmo mi inietta ancora più sborra in bocca, non ce ne sta più, e inizia a volare giù sulle mie guance, sul collo, fino ai seni.

Continuo a pompare, a succhiargli il cazzo con tutta la forza che ho, voglio assaporare ogni gocciola. Lui si lascia andare, la testa indietro, gli occhi chiusi. Sento il caldo fluido scorrermi giù per la gola.

In un attimo, avverto la tensione crescere. Mi prende la testa e mi scopa la bocca con foga, sta per sborrarmi in bocca. Io continuo a pompare eccitata finché la prima ondata di sperma mi riempie la bocca.

Le sue dita mi stringono i capelli, mi tira con forza. Sentire la potenza del suo pene in bocca mi fa sentire dominata, e adoro la sensazione di essere sottomessa. Vedo le sue espressioni di piacere, le sue guance rosate.

Le sue mani stringono i miei seni, il dolore mischiato al piacere mi fa impazzire. Lo sento accelerare. So che sta per venire. Mi stacco, non voglio che mi venga dentro.
Lo faccio sedere e riprendo a succhiarlo con voga.

Ad un certo punto, sento un calore montare in me, come un vulcano in eruzione. I muscoli intimi si contraggono, e la mia mente si svuota di tutti i pensieri, tranne che per la sensazione di pura, incontrollabile lussuria. Raggiungo l'orgasmo per la seconda volta ansimando come una troia.

La nostra unione si fa selvaggia, i nostri corpi che si scontrano come due animali in estasi. I rumori del bosco ci isolano, il nostro respiro affannato e i colpi del suo cazzo in me sono gli unici suoni che sentiamo.

Lui mi guarda, le sue labbra strette e gli occhi iniettati di pesce. Sono contenta di aver conosciuto quanto è porco mio zio. La mia vagina si stringe attorno a lui, voglio sentirlo con forza.

Lo sento scivolarmi dentro, siamo entrambi sudati e eccitati. Con un colpo secco mi penetra, e io urlo per il piacere. Mi prende per i fianchi e inizia a scoparmi come un forsennato. Le mie tette ballano e mi toccano il letto. La sensazione di piacere mi pervade, sto per venire di nuovo.

Mi alzo e mi giro. "Scopami zio, ho voglia di prendere il tuo cazzo". Mi metto a pecora e metto in bella mostra i miei buchi, il mio sguardo è fisso sul cazzo di mio zio. Lui si avvicina e lo infila dolcemente nella mia vagina.

Le sensazioni mi fanno impazzire, la lingua calda che si muove su di me mi fa sentire come se stessi per arrivare subito all'orgasmo. Dopo pochi secondi non mi trattengo più e vengo sulla sua lingua mentre mi lecca il clitroide.

Il tocco umido e caldo della sua lingua mi fa impazzire, e la pressione sul mio seno mi fa contrarre il ventre. Inizio a gemere, e le sue mani mi accarezzano la pancia, scendendo lentamente. Mi apre le coscie e inzia a leccarmela.

Dopo 5 minuti buoni che gli boccheggio sulla cappella mi prende in braccio. Mi porta sul letto e mi denuda completamente.
Mi mette comoda e si mette in ginocchio tra le mie gambe. Con la lingua mi lecca i capezzoli, prima piano e delicatamente, poi con crescente passione.

Lui mi accarezza i capelli e mi sussurra che sono diventata una brava troia. Quelle parole mi fanno venire voglia di fare di peggio. Mi prende la testa e mi spinge il cazzo più in fondo possibile.

Lo bacio sul glande e lo sento sussultare. Poi, con la lingua inizzo a leccargli la cappella, sento il sapore di maschio e mi eccito come una porca. Non mi fermo e lo prendo in bocca. Lo succhio avidamene, come se volessi assorbire tutta la virilità che si nasconde in quegli organi.

Non è lunghissimo, ma abbastanza largo. È ricurvo all'insù, come piace a me. La vista mi eccita ancora di più. Lo prendo in mano e inzio a segarlo, mentre lo zio inizia a gemere da piacere mentre continua a baciarmi.

Lo voglio, voglio sentire quanto è grosso. Mi stacco da lui e mi metto in ginocchio, gli tiro giù i pantaloni e rimango sbalordita. Ha fatto tutto il cammino senza mutande. Il suo pisello turgido penzola tra le due grandi cosce.

Mi guarda con degli occhi emozionati.
"Sei bellissima, lo sei sempre stata, e ora ti voglio per me". Dopo quelle parole inizia a baciarmi le tette. Io mi eccito e inizio ad ansimare. Con le mani lo accerezzo e inizio a cercare di prendergli il pisello.

Le mie mani cercano il suo corpo. È ancora sudato e questo mi eccita. Gli alzo la maglietta e chiedo di togliersela. Lui lo fa, e poi toglie il mio top.

Ci baciamo con un'intensità che non avrei mai immaginato. Le nostre labbra si sfregano con forza, il rumore che fanno risuona come un richiamo d'amore inascoltato in quell'angolo isolato di montagna.

Ma poi si lascia andare. I nostri corpi si fondono in un'intimità proibita, le nostre mani che esplorano con frenetica urgenza il corpo dell'altro. Il sapore del sudore sul collo di mio zio mi eccita ancor di più.

All'improvviso, prendo l'iniziativa, mi avvicino e lo bacio. La mia lingua esplora la bocca calda di mio zio con un'insolita passione. All'inizio lui è stupito, oppone resistenza.

Lui mi segue. Ci sediamo su uno dei letti che riempono la stanza. Non c'è nessuno, e la quiete mi avvolge come un mantello. Mio zio si avvicina a me, e la distanza tra noi si assottiglia a un soffio. Posso sentire il respiro caldo sul mio viso, e la tensione si fa insopportabile.

Decido di giocare, di fare il le prime mosse. Uno zio non si permetterebbe mai di provarci con sua nipote. Con un sospiro, mi alzo e mi dirigo verso la casetta di legno. "Andiamo a riposare un po'", dico con un tono di voce falso, tentando di nascondere il turbamento che provo.

Sento gli occhi di mio zio posarsi su di me, e non so se devo girare la testa o fingere di non accorgermene. Alla fine mi giro, ci guardiamo per un attimo, e in quegli occhi grigi vedo qualcosa di diverso, un desiderio represso che sta piano piano uscendo. Non è inquietante. È dolce, sensuale.

Dopo due ore di cammino, arriviamo al bivacco. Siamo entrambi estenuati, il sudore ci scorre giù per la schiena e sul petto. Il nostro respiro affannato si mescola all'aria fredda. Ci sediamo su una roccia, il mio zaino che preme sul sedere.

Io cammino davanti, lui dietro, sento il suo sguardo addosso, che mi studia le forme. Vorrei sapere che intenzioni ha, quali sono le sue fantasie. Ma soprattutto se è eccitato quanto me.

Ci avventuriamo in un bosco ombroso, dove le foglie formano un tappeto verde brillante. Il rumore costante di insetti e gli scricchioli di rami e foglie schiacciate sotto i nostri piedi creano una sinfonietta di suoni che accompagna il nostro silenzio.

Una volta pronti, ci incamminiamo con gli zaini in spalla. L'aria fresca e pura della montagna mi riempie i polmoni e mi fa sentire viva. Il sentiero si snoda tra alberi secolari e rocce sporgenti, la brezza soffia leggera sui nostri volti, mescolando i nostri profumi.