Alex Minissale

A proposito di Charlie Kirk, di Taylor Swift e del conservatorismo A proposito di Charlie Kirk, di Taylor Swift e del conservatorismo L’altro ieri un attivista conservatore molto polarizzante avrebbe compiuto trentadue anni se lo scorso settembre non fosse stato …

A proposito di Charlie Kirk, di Taylor Swift e del conservatorismo. Il mio interminabile flusso di coscienza su alcune cose molto degne di nota
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Già… – e purtroppo, in realtà, ci si è divertiti sul serio solo con Draghi a Palazzo Chigi

Breve riflessione memorialistica sulla pandemia a cinque anni esatti dall’inizio del primo lockdown Quando andai a fare la prima spesa, in quel marzo di confino, optai irregolarmente per il secondo supermercato più vicino a casa anziché…

Oggi ricorre il quinto anniversario dell'inizio del primo #lockdown. Per l'occasione ho scritto un breve memoir della "mia" pandemia… medium.com/@AlexMinissa...

Servitore del popolo. Il populismo della serie tv di Zelensky è migliore di quello grillino L’aggressione russa all’Ucraina è, fra le altre e assai più tragiche cose, uno scontro fra due modelli di leadership opposti: da un lato un ex tenente colonnello del KGB, feroce e revanscista, alla di...

Oggi è il 47esimo compleanno di #Zelensky. Ripropongo la mia analisi della prima stagione di Servitore del popolo, la serie tv nella quale interpretò il ruolo di Presidente della Repubblica ucraina – prima di diventarlo davvero.
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Non è, beninteso, mia intenzione né deresponsabilizzare Biden per la grazia al figlio né sovraresponsabilizzare Trump assolutizzando un qualche nesso di causalità: ho solo sottolineato le condizioni non-disincentivanti in cui un atto "discutibile" è stato posto in essere. 2/2

Se la rule of law versa in uno stato di debilitazione a causa di due ampie ferite, mai cicatrizzatesi e più aperte che mai (immunità a Trump per Capitol Hill; genero graziato e nominato ambasciatore), lo spazio per un uso familistico della grazia presidenziale diventa agibile. 1/2

Alex Minissale on Substack Secoli fa, a "In mezz'ora", Lucia Annunziata intervistò la reincarnazione cognitivamente molto depotenziata di Giulio Andreotti, cioè Luigi Di Maio. Si parlava della collocazione politico-ideologica d...

Secoli fa, durante una puntata di "In mezz'ora", Lucia Annunciata intervistava Luigi Di Maio; si parlava, fra l'altro, della collocazione politico-ideologica di quella cosa proteiforme che era ed è il Movimento Cinque Stelle… CONTINUA QUI
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Da leggere su la Repubblica T. Boeri sul Doge di Musk-Ramaswamy (ricordo quando la straordinaria N. Haley metteva a tacere quest'ultimo). S'è tirato fuori Cottarelli come termine di paragone, Boeri cita – più opportunamente – il Calderoli col lanciafiamme. Parodie di thatcherismo

che, sovraordinando e assolutizzando la dimensione terzomondista delle "oppressioni plurime", impone una lettura idealizzante/mistificante o perfino negazionista del 7 ottobre (tipo: gli oppressi non possono aver stuprato – se lo hanno fatto si tratta di… "eccessi anticolonialisti"). 4/4

Questo perentorio e intimidatorio «vai via» indirizzato a una ragazza con un cartello vs. stupri dei tagliagole di Hamas (Firenze, 8 marzo) è l'esatto opposto della "laicità includiva" cui sembra alludere Tobagi – e non si tratta di un episodio: è l'attuazione del verbo intersezionalista 3/4

Allora – sembra dire Tobagi – c'era pluralismo. L'elefante nella stanza dell'intervista è la degenerazione narcisistica ed escludente del femminismo contemporaneo, quasi monopolizzato da mediocri sforna-caroselli e dai loro demenziali impianti ideologici. 2/4

B. Tobagi ha scritto un saggio sul femminismo degli '70 (nel libro anche le preziose foto di P. Agosti). Oggi Lipperini la intervista su La Stampa: autrice sottolinea assoluta eterogeneità (sociale, pol., culturale) e, al contempo, compattezza del fronte femminista di allora (sintetizzo). 1/4

Almeno ai tempi di Julien Benda bisognava prendere atto "solamente" del tradimento dei chierici. Oggi bisogna fare i conti anche con la tragicomica adolescentizzazione degli stessi

Alex Minissale on Substack A PROPOSITO DI "NON UNA DI MENO" I presupposti teorici dell'intersezionalismo sono, a monte, una forzatura (ideo)logica sulla realtà: la complessità delle cose non può esser costretta dentro uno sche...

A proposito di #nonunadimeno

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Grazie mille

tardi per sterilizzare le ambizioni imperialistiche di Putin e che fra l'altro fu errata, a monte, l'Ostpolitik teorizzata e implementata da Brandt ma, se intesa in senso lato, sposata un po' da tutto il polo euro-atlantico nell'entusiasmo della "fine della storia". 3/3

così si può inferire che Putin fosse di fronte a doppia chanche: iter di adesione avviato -> ho il casus belli; diniego a richiesta -> attendo congiuntura favorevole (quel che è successo) – semplifico, beninteso. Questo ci porta altresì a ritenere – con Anne Applebaum – che nel 2008 fosse già 2/3

Molto interessanti le anticipazioni dell'autobiografia di Merkel. Ex cancelliera bloccò richiesta di Georgia e Ucraina di ammissione a Programma di adesione Alleanza atlantica perché – fra l'altro – avrebbe dato al Cremlino alibi per attaccare nell'intervallo fra domanda e adesione. Tuttavia… 1/3

Alex Minissale on Substack LA VOCE DI LIAM Fatta la reunion, s'è inevitabilmente aperto un dibattito sulla voce di Liam. Acerba ma già un po' arrogante durante la primissima infanzia degli Oasis, esplose parallelamente all'es...

A proposito della voce di Liam Gallagher
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prossima ventura, per la Russia imperialista le cose sembrano girar bene. Nel mentre qui gentaglia ipocrita di varia risma antioccidentalista assapora la resa della resistenza Ucraina chiamandola pace – e qui dalla bancarotta morale e politica è tutto. 4/4

L'Hitler del multipolarismo che dà del cornuto all'asino in via di europeizzazione) ai "sudeti" da tutelare nel Donbas, passando per la bufala maxima dell'espansionismo della Nato sino a giungere al disdicevole negazionismo della strage di Bucha. Tra guerra ibrida e pax trumpiana 3/4

l'Ucraina e qui immancabilmente i chierici tradirono in massa, dalla stimatissima Mazzucato agli accademici macchiettistici che si riversarono in tv a incassare il proprio dividendo di visibilità, con il loro loop di risibili bufale made in Cremlino dalla minaccia nazista (sic! 2/4

Gli incentivi furono – fra gli altri – l'ostpolitik e più generalmente l'ingenuo sillogismo libero scambio dunque contagio democratico-liberale; l'innesco più recente fu Euromaidan; la piattaforma ideologica, pur sgangherata, la approntò Dugin. Così mille giorni fa la Russia imperialista invase 1/4

Musk sarà transumanista anarcocapitalista longtermista etc. ma – a prescindere dalla sua identità ideologico-religiosa – è primariamente uno che crede nell'utilizzabilità del linguaggio del web (pensiero liofilizzato, divulgazione coi caroselli, sarcasmo etc.) indistintamente per divertissement 1/2

Ma wow! Mi dai un pretesto per "flexare" Milù (quindi facciamo che questo è il social meno serioso…)

Aggiungo: su questione Albania – e più generalmente su questione migratoria – da leggere Luca Ricolfi su Il Messaggero: interessante lettura governi nazionali vs. burocrazie sovranazionali.

Non si può individuarne la genesi, ad es., nella stagione berlusconiana, se non sposando l'assunto del "polo naturaliter antiliberale" e quello dell'infallibilità e a-politicità delle toghe (visione troppo grossolana per un Ferrajoli). Almeno gli studiosi escano dalla logica delle curve… 2/2

Dispiace che anche una mente raffinata come L. Ferrajoli proponga una lettura semplicistica/manichea della questione pol. vs magistratura (oggi su la Repubblica, intervista di Sannino) – per quanto questo gov. la stia banalizzando con attacchi sgangherati a uso della constituency retequattrista 1/2

miglioramento della bilancia commerciale – priorità assoluta di Trump; imposizione di dazi, invece, si tradurrebbe in aumento di imposte per famiglie e imprese. Tema s'intreccia con pol. estera USA, nella fattispecie con disimpegno da Ucraina e focalizzazione su Cina (vs la quale dazi probabili) 3/3

militari (visione più "ottimistica" sposata da Giavazzi, anche l'altro ieri sul CorSera)? Ammesso e non concesso che il presidente eletto sia meno irrazionale di quanto appaia, l'ipotesi più verosimile sembra la seconda: solo una riduzione di investimenti esteri in USA determinerebbe un 2/3