Latesky

Oh my, I can remember any detail of the first time I played this one.

Che poi, io vegano ci sono diventato quattordici anni fa, per il motivo opposto. Cioè non per l’orrore sbandierato, ma perché ho visto una mucca divertirsi da matti.

E qui per la cena se ne riparlerebbe in autunno, perché come faccio ad esimermi dal presentare una mushroom pie con purè in salsa gravy?

Con quello che sto leggendo ora dovrei presentare piatti vuoti. Il precedente è stata una rilettura del trittico la Bella Estate di Pavese quindi forse seitan tonnato 😅 quello prima era “Non fare stronzate, non morire” di Kristin Hersh, burger plant based? Il prossimo in coda è Middle England di Coe

Stavo proprio pensando di rivedere Vertigo, dato che sono in una spirale lynchana da settimane

che non lo capiscano e ne approfittino molti organi di informazione e divulgatori. Lo trovo di una cecità spiazzante. Tanto più che tendenzialmente le persone qui mi sembrano dai discorsi, più propense alla sottoscrizione. I numeri sono quel che sono, ma non ha senso non provare ad aprire anche qui

un ruolo meno passivo verso la disintermediazione che certi politici possono operare unilateralmente tramite i social. Devo per forza leggere da fonti giornalistiche, il che, dopo mesi, mi sta sembrando una pratica sana, di recupero di una cornice che i social hanno polverizzato. Il vero dramma è

Quando ho chiuso X mi sono tirato dietro threads e Facebook. Su Instagram ho solo un account per gestire l’attività musicale, ma per come la vedo io, la mia è stata una scelta etica a diversi livelli. Certamente per il problema della disinformazione, ma anche e soprattutto per la decisione di avere

Il mio modello bianco con parrucchino nero mentre faccio pipì mi apre anche la finestra.

Al di la della preferenza tattile, il recipiente non altera il sapore. Il problema, quando c’è, è più che altro cosa ci versano dentro. Io di solito per l’espresso al bar mi lancio ad occhi chiusi. Vetro, ceramica, caldo, freddo. Va bene tutto. Tanto 9 su 10 è sbagliata la tostatura o l’estrazione.

Lo storno a 179k è l’equivalente del modem a 56k. Quando passeremo al merlo a banda larga potremo scaricare mp3 da Napster

È un mese in cui il mondo caotico e insensato non trova le chiavi per infilarsi dietro la porta. E che dopo mille giri ritrovi dove lo avevi lasciato - a rincorrersi la coda.

Ti ricorda che coltivarsi è ancora la più grande ricchezza. E che migliora invisibilmente le cose. Però, almeno, lo fa.

YouTube video by Kim Deal Kim Deal - Are You Mine (Live From Greenwich Village)

È un mese di autogrill e autostrade. Di prove, di festival e palchi che alla fine si somigliano. È un mese di b&b, di colazioni in cui scambi brevi parole con gli altri musicisti che conosci e incroci prima che ognuno prosegua per la sua prossima tappa. È un mese di strada percorsa e da percorrere >

Che cosa candida comunque nutrire questa nostra fiducia nel prossimo. A giudicare da come vanno le cose ci si potrebbe aspettare più i programmatori di Grok

Io mi aspetto sempre ci siano gli sceneggiatori de Gli Occhi del Cuore

Però forse più che i social a lui la visibilità l’ha data la televisione, parlandone come un fenomeno bizzarro e di (mal)costume nei talk lo hanno connesso con la sua audience principale, ovvero quella che guarda ancora molta tv e la riposta indignata sui social anagraficamente affini.

Non è per questo che esistono i social? Per connettere noialtri disadattati?

I’m leaning between this one and Blood on the Tracks

Che poi lo dice così, come se un sistema stocastico per quanto complesso non dipendesse comunque da un algoritmo matematico che una manina ha provato a riorientare. Forse può raccontarlo a zio maga o a Libero, ma per tentare di farlo col resto del settore deve avere un’autostima sconfinata.

E che non è da moralista, che noi stessi iniziano a stroncare e non incoraggiare quegli atteggiamenti a lavoro, tra gli amici. Ora il mio giro, le persone con cui lavoro o suono, da anni non è il luogo di battute o condotte sessista. Ci si può alzare dal tavolo, andarsene e dire addio. Garantito

Che qualsiasi ambiente, anche quelli culturali e intellettuali, che pensate meno a rischio riescano ad essere terreno naturale di coltura di certi fenomeni, denota il fatto che il problema della mascolinità tossica è sistemico e che no, non è la stessa cosa della violenza episodica contro i maschi.

sistematica giustificazione del maschilismo a livello sociale e culturale. Tutto questo succedeva nel mio piccolo giro di musicisti, che si conoscono, che si frequentano. Frustrati e incapaci di contenere i loro miserabili ego feriti. Di gente che sapeva fingere di scrivere canzoni d’amore profonde.

calmarla e di convincerla - purtroppo senza successo - a rivolgersi immediatamente a centri anti violenza, che fosse la cosa giusta, che saremmo andati insieme, che l’avremmo aiutata io e la mia compagna a cercare contatti e informazioni. Ti da la misura di quanto il problema sia radicato in una

volta è stata anche peggio. Ed è stata la prima di tante volte in cui di notte mi è squillato il telefono, mi sono vestito in fretta e sono corso a prendere una mia amica, dopo che il tizio che frequentava le era entrato in casa rompendo cose. Una, due, tre volte. E dopo ore passate a tentare di

Non ho più avuto contatti con lui e ho progressivamente abbandonato tutto il resto. Quelle ragazze nel video non avevano chiesto di essere messe in piazza per noia, a un tavolo di casi umani narcisisti e infantili. Quella merda non faceva per me e ancora provo rancore per certe cose. La seconda

passare il tempo finché non se ne fosse andato, ho deciso di non rivolgere mai più la parola a quella persona. Non è facile descrivere il misto di schifo e miseria che ho provato, sebbene fossi un giovane musicista in un giro di musicisti più famosi, ho deciso che questa cosa non poteva risuccedere

immaginato fossimo uguali. Perché non gli è mai saltato in mente di chiedermelo prima? Eppure non gli ho mai dato corda sulle battute sessiste, cosa diavolo gli aveva fatto pensare di poter scendere a quel livello con me? Dopo essermi alzato dal tavolo, e aver cercato qualcuno al bancone con cui far

commenti volgari che non avevano trovato sponda e, forse colto da frustrazione, aveva deciso di mostrarmi “come vive una rock star”. Ridendo aveva avviato un filmato che lo mostrava in intimità con alcune fan. Ci ho messo qualche secondo a tornare in me. Ero sconvolto dalla facilità con cui aveva

dovuto contrastare quando questa si è presentata nella mia vita. Ricordo una sera di qualche anno fa, in cui, seduto al tavolo con alcuni musicisti più o meno famosi, ad un certo punto esce un telefono. Dal niente, senza motivo. Il tizio, che conoscevo da diversi anni, si era lasciato andare a